Un covo di vipere by Andrea Camilleri

Un covo di vipere by Andrea Camilleri

autore:Andrea Camilleri
La lingua: ita
Format: mobi, epub, azw3
Tags: General, Mystery & Detective, Giallo, Fiction
ISBN: 9788838930539
editore: Sellerio
pubblicato: 2013-05-14T22:00:00+00:00


Undici

«Ah dottori! Ah dottori dottori!».

Se Catarella faciva accussì, viniva a diri che aviva chiamato il «signori e guistori». D’autra parti il questori aviva già tilefonato e gli aviva fatto arrispunniri che non era in ufficio. Non potiva continuari a nigarisi.

«Che voleva?».

«Ora ora chiamò! Mi dissi accussì di dirici a lei che appena che vossia fa come la Madonna...».

Il commissario strammò.

«Dissi accussì?».

«Non popiamenti popio accussì, dottori, ma siccome che io me lo scordai come popiamenti mi dissi priciso il signori e guistori io pinsai che nominanno a vossia la Madonna a vossia ci viniva ’n testa come dissi il signori e guistori. Mi spiegai?».

«No».

«Mi scusasse, dottori, della dimanna che pò pariri parrinisca, ma che fa la Madonna?».

«I miracoli».

«Nonsi, dottori. Si sbagliò, addimanno compressioni e pirdonanza. Il signori e guistori non parlò per nenti di miracoli. Però annominò quella stissa cosa che la Madonna fici a Lurdi di Francia».

Montalbano ebbi un lampo, forse grazie alla Madonna.

«L’apparizione?».

«Ci ’nzirtò! Priciso ’ntifico, dottori! Il signori e guistori dissi di dirici che appena che lei veni a diri vossia fa la sò apparizioni in ufficio gli devi tilefonari a lui ’mmidiato».

«Vabbeni, lo chiamo cchiù tardo. C’è Fazio?».

«In loco è».

«Mandamelo».

«Ai comandi, dottore».

«Senti, Fazio, t’arricordi che, subito doppo l’ammazzatina di Barletta, ti dissi che volivo sapiri tutto di lui e di sò figlio Arturo?».

«Perfettamenti».

«Ora, di cose supra a Barletta ne accanoscio a tinchitè, ma Arturo mi pari che ce lo semo persi di vista».

«Vero è. Ma io arricuperai».

«Che significa?».

«Che aieri mi sono dedicato a lui».

«Bravo! Hai saputo cosa?».

«Sissi».

Si firmò, fici ’na facci di circostanzia.

«Posso taliare il pizzino che ho ’n sacchetta?».

«Se hai ’ntinzioni di liggirimi qualichiduno di quei dati anagrafici che sunno la tò fissazioni fottuta, non sinni parla».

«Non ci stanno dati anagrafici».

«Allura vabbeni».

Fazio cavò fora un foglio di quaterno quatrettato. Lo taliò.

«S’arricorda che Arturo ci dissi che era maritato senza figli?».

«Sì».

«La mogliere d’Arturo, Michela Lollo...».

E po’ tutto di seguito, a grannissima vilocità:

«... di Giuseppe e di Virzì Concetta, nata in Montelusa il 24 aprile 1980, residente a Vigàta in via...».

«Mi vuoi pigliari per il culo?» l’interrompì il commissario. «Lo capisci cosa mi stai liggenno?».

«Mi scusasse» dissi pronto Fazio. «Mi ero distratto».

Si ’nfilò novamenti il foglio ’n sacchetta.

Ma era soddisfatto, almeno un dato anagrafico era arrinisciuto a contrabbannarlo.

«Questa Michela pari che sia ’na gran beddra fìmmina. Si è maritata con Arturo quanno aviva vintidù anni».

«Se m’arricordo bene Barletta e la nora non annavano d’accordo».

«A quanto ho saputo, la facenna stava tanticchia diversa».

«Cioè?».

«Era Arturo che non voliva che sò mogliere frequentasse a sò patre».

«Si scantava che Barletta allungava le mano?».

«Se è per questo, il signor Barletta con Michela aviva già allungato l’allungabili».

Montalbano si ’mparpagliò.

«Davero?».

«Dottore, la mano supra al foco non ce la pozzo mittiri. ’Nzumma, dicino che Arturo s’innamorò di Michela mentri che la picciotta era ancora l’amanti di sò patre. Chiaro?».

«Chiarissimo».

«Barletta, che intanto si era già stuffato di Michela, quanno che il figlio gli dissi che se la voliva maritari, non fici storie».

«E allura pirchì Arturo non voli che...».

«Pirchì doppo il matrimonio, Barletta ebbi un ritorno di fiamma per Michela e Arturo sinni addunò».



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